Carmelito aveva fame, aveva sempre fame, non che gli mancasse il cibo in casa Ceccon, anzi la ciotola con le crocchette era sempre piena maaa aveva sempre fame.

Per questo era a caccia di topi, sicuramente ne avrebbe trovato nella casa che stava visitando, il giardino non era curato, sembrava quasi una boscaglia, per questo il posto prometteva bene, i topi andavano matti per luoghi così.

Carmelito avanzava silenzioso, quando vide una crepa sul muro della casa, ne  seguì con gli occhi  il percorso che terminava con un buco scuro ai piedi del muro, “sicuramente una tana di topastri” pensò, si nascose dietro ad un albero in agguato  e si mise ad aspettare che succedesse qualcosa.

Se ne stava lì quatto quatto , quando sentì che qualcosa era atterrato sulla sua testa, la scosse furioso e un animaletto verde con le zampe sottili cadde ai sui piedi, “mannaggia chi sei? Come osi fare …usare la mia testa come pista di atterraggio… ah sei un geco, bè se non topi posso sempre accontentarmi di te per colazione” disse.

“Onorato, signor gatto” “lasci che mi presenti, sono Gengis il geco volante, attrazione dei circhi più famosi al mondo” rispose il geco per niente intimorito dall’allusione  di Carmelito  al suo futuro come colazione di un gatto.

Carmelito, anche se  stupito dal comportamento del geco stava comunque alzando la zampa sinistra con l’intenzione di colpire la bestiola quando questa fece un balzo prodigioso atterrando sul collo del gatto che…restò di sasso.

Il geco aveva  colpito giusto, li non correva pericolo,  infatti il posto dove era atterrato, cioè sul collo appena dietro la testa, di solito serviva per ricevere le gocce antizecche le quali erano  messe li perché Carmelito non ci arrivava per leccarsi o grattarsi.

Carmelito scuoteva la testa di qui e di la, nel tentativo di scrollarsi il geco volante, ma  Gengis resisteva grazie alle sue dita a forma di ventosa.

“Signor gatto la smetta mi fa venire il mal di mare in questo modo” urlò il geco.

“per prima cosa io mi chiamo Carmelito, e non sono un gatto qualsiasi, ma mi hai visto bene? Ti pare che possa prendere ordini da te, minuscolo gechetto”  rispose Carmelito che però smise di agitarsi.

Gengis fece un salto mortale con tripla rotazione e atterrò  davanti a Carmelito.
“Caspita” pensò il gattone nero “è proprio bravo questo Gengis, magari non lo mangio subito…vediamo cosa succede’”
Gengis guardò Carmelito con fare annoiato e disse “ Ok Carmelito è un piacere conoscerla, spero di farle cambiare opinione rispetto a noi gechi, sa possiamo anche essere amici se ci dispensa dall’essere delle prede e poi potremmo esserle di aiuto in diverse occasioni” .

Carmelito piegò la testa di lato “ certo ha un bel coraggio questo Gengis, però però pensandoci bene non ha tutti i torti, un acrobata così potrebbe proprio tornarmi utile”

“Ok  Gengis qua la zampa” disse Carmelito alzando la zampa destra senza far uscire le unghie, “bene, amici” disse Gengis affrettandosi a toccare la zampa che gli veniva proposta  con la sua dalle esili dita a ventosa.

Stavano li parlando per conoscersi meglio quando, il geco notò un movimento sospetto nel buco sul muro, era una coda di topo che si muoveva a destra e sinistra, ma dopo un secondo questa sparì all’interno del muro.

Gengis avvertì Carmelito della cosa, ma disse anche “ suvvia Carmelito sicuramente un topino succulento  ti aspetta in quella tana, ma io ho di meglio” Cosa puoi avere più buono di un topino fresco fresco da assaggiare, amico mio” rispose Carmelito “beh non si tratta di mangiare, ma se mi segui poi mi ringrazierai, vieni, stai dietro di me” disse Gengis che cominciò a saltellare verso una porta sgangherata. Carmelito seguiva il geco incuriosito . Ad un certo punto il geco si fermò e disse “dai Carmelito entra li e avrai una bellissima sorpresa” Carmelito avanzò piano piano fino alla porta che era mezzo scardinata, entrò con circospezione, il luogo era in penombra, ma mentre i suoi occhi si abituavano alla luce fioca avvertì subito un dolce profumo di gatta, infatti poco dopo vide una giovane  gattina  tutta bianca accocolata su una vecchia cuccia, Carmelito si avvicinò e disse “chi sei come ti chiami, cosa fai qui?” “la gatta si girò verso Carmelito e rispose” Ei quante domande, non ti conosco” “hai ragione, mi presento, mi chiamo Carmelito e abito poco distante, sono qui a caccia di topi sai lo sport… “ “ah , “ rispose la gatta “ io mi chiamo bellina, sto qui perché i miei amici umani se ne sono andati e non sono più tornati” “ma adesso ci sono io disse Carmelito” e aggiunse “hai degli occhi bellissimi” e si strofinò contro il fianco della gatta  che gradì e ricambiò facendo gli occhi dolci. Iniziò così una storia di vero amore gattesco e una sorprendente amicizia tra un felino e un geco acrobata ma questa è un’altra storia.